domenica 30 maggio 2010

Scie chimiche e il nuovo gene resistente all'alluminio della Monsanto - Una coincidenza?

:: Articolo di Barbara H. Peterson ::

Pubblichiamo un articolo di Barbara H. Peterson, tradotto con la consueta accuratezza dall’amica Giulia che ringraziamo. Il testo verte su un nesso, che la giornalista correttamente intravede, tra modificazioni genetiche di piante e la dispersione nella biosfera di alluminio per mezzo degli aerei chimici. L’intervento della demoniaca Monsanto, che sta introducendo un gene resistente all’alluminio, lungi dall’essere un’azione volta a risolvere i problemi agricoli, si comprende nel quadro di una subdola politica basata sulla degradazione delle risorse alimentari. Non dimentichiamo, infatti, che, nel periodo dell’aratura, vengono dispersi filamenti di polimeri biocompatibili che, inglobati nel terreno e quindi nelle radici degli ortaggi e dei cereali, ne trasformano il genoma. In questo modo, anche le piante naturali rischiano di diventare transgeniche: a questa trasformazione può concorrere, come ricorda l’ex militare francese Marc Filterman, l’irradiazione di campi elettromagnetici emessi da aerei come gli A.W.A.C.S. E’ stato infine testimoniato che velivoli militari hanno rilasciato fibre polimeriche (vettori per il particolato di metalli come alluminio e bario), in concomitanza con la messa a dimora di piantine di riso.

Come mai la Monsanto ha sviluppato un gene resistente all'alluminio? La Monsanto sta attualmente introducendo sul mercato un gene resistente all'alluminio. Ecco la storia: "I piccoli agricoltori poveri di risorse dei paesi in via di sviluppo devono fronteggiare difficoltà quotidiane che includono terreni poco fertili, siccità e scarsità di contributi. Le attuali tendenze globali relative ai "cambiamenti climatici" ed alla crescita della popolazione sono destinate ad esacerbare tali ristrettezze. Una ricerca di nuova generazione su coltivazioni geneticamente manipolate (GE) si pone l'obiettivo di alleviare queste pressioni attraverso il miglioramento di varietà colturali di sussistenza - come la manioca, il sorgo e il miglio - che incorporino caratteristiche come la tolleranza alla siccità, all'acqua ed all'alluminio nei terreni, oltre alla creazione di piante con una più efficiente sintesi dell'azoto e del fosforo." (fonte: http://www.ifpri.org/publication/delivering-genetically-engineered-crops-poor-farmers)

Ora diamo un'occhiata all'inchiesta del giornalista Michael Murphy su scie chimiche, geo-ingegneria ed al fatto che nelle aree fortemente irrorate si rilevano livelli estremamente alti di alluminio e bario nell'acqua, nella neve e nel terreno (video in tre parti: farmwars.info).

Sarà una coincidenza che la Monsanto ci venga "in soccorso" con geni resistenti all'alluminio dato che le piante normali muoiono in presenza di eccessivo alluminio? Oppure si tratta di capitalismo opportunistico e di un pianificato monopolio corporativo delle fonti di cibo da parte della Monsanto, secondo un meccanismo di dialettica hegeliana basato su informazioni riservate circa un proposto programma di "geoingegneria" che in realtà è già in atto e sta saturando la nostra atmosfera con scie chimiche contenenti alluminio e bario?

Questo non è un gioco, signori. Ci stanno attaccando da ogni lato nell'ambito di un deliberato piano omicida e genocida per arricchire ulteriormente pochissime famiglie e ridurre la popolazione mondiale a 500 milioni, come inciso nelle Georgia Guidestones. Questa è niente meno che guerra biologica.

©2010 Barbara H. Peterson

giovedì 18 marzo 2010

Frozen

I Troll, i Giganti dei ghiacci e le schiere dei dannati di Hel muoveranno battaglia verso Asgard, la dimora degli dei. (Edda)

I fenomeni meteorologici di questi ultimi mesi sono stati estremi: in molti paesi europei, negli Stati Uniti ed in alcuni stati asiatici, le temperature sono state molto rigide, inferiori alle medie stagionali. Inoltre sono cadute copiose nevicate anche a bassa quota. Il freddo perdura, anche se la primavera astronomica è imminente: le gelate e la grandine hanno causato gravi danni alle coltivazioni ortofrutticole, i nubifragi continuano a provocare frane e smottamenti, spesso soffiano venti gelidi ed impetuosi che suscitano rovinose mareggiate. Questa situazione potrebbe essere stata originata dallo spostamento delle correnti a getto?

Le correnti a getto o jet streams sono flussi ad altissima velocità (circa 20-30 metri al secondo) che si generano tra stratosfera e troposfera, con direzione da ovest ad est, ad altitudini comprese tra 6 e 15 kilometri. La presenza di notevoli variazioni di temperatura in relazione alla latitudine determina forti correnti lungo i paralleli. Tra le jet streams, occorre citare quella subtropicale: essa varia in rapporto alla stagione per quanto concerne sia la posizione sia l’intensità, mentre la quota resta pressoché immutata, intorno ai 12 kilometri. Un’altra corrente a getto è quella associata al fronte polare: tale flusso può cambiare sia la sua posizione sia la direzione. A questa corrente sono correlate le perturbazioni che interessano le medie latitudini.

Da tempo si sa che tale corrente non è solo un vento, ma anche una sorta di antenna lungo la quale si propagano impulsi elettromagnetici, come, ad esempio, le onde di risonanza Schumann. È altresì accertato che è usata da H.A.A.R.P.


Lo spostamento delle jet streams, come si accennava, potrebbe essere la conseguenza di interventi dei militari sul clima. Non si può escludere che altri fattori abbiano inciso e stiano incidendo sugli sconvolgimenti atmosferici. A questo punto, le ipotesi che si possono formulare sono due: o i militari, dopo aver manipolato le correnti a getto, stanno perdendo il controllo della situazione, con un effetto domino costituito da nevicate e gelate nonché da altre manifestazioni eccezionali, oppure le bizzarrie del clima sono il risultato di una deliberata azione sulle condizioni fisico-chimiche della biosfera.

Naturalmente non lo leggeremo mai sui quotidiani di regime, ma forse anche la Corrente del Golfo sta deviando verso sud. Questo potrebbe spiegare l'irrigidimento del clima nell'Europa settentrionale, lambita, come è noto, dal tiepido e mitigatore "fiume" atlantico. Al raffreddamento concorrono poi le coperture create con gli aerosol, da cui dipende un minore irraggiamento solare. La stessa variazione dell'inclinazione dell'asse terrestre, probabilmente superiore a quanto riportato dai media, ha effetti sul clima. L'asse terrestre è inclinato rispetto alla perpendicolare al piano dell'eclittica: questa inclinazione, combinata con la rivoluzione della Terra intorno al Sole, è causa delle stagioni.

Assistiamo ad una deleteria sinergia tra fenomeni naturali (di cui alcuni non circoscritti al nostro pianeta) e fenomeni artificiali (H.A.A.R.P. e scie chimiche) le cui implicazioni non sono facilmente valutabili nel breve periodo. Pare, però, che dobbiamo attenderci ulteriori inasprimenti delle situazioni climatiche, con varie ripercussioni sugli equilibri dei biomi, sull'economia, sui flussi demografici, sulle dinamiche geo-politiche. Il tutto potrebbe culminare nei prossimi anni, tra il 2012 ed il 2013, periodo per il quale è prevista un'intensificazione dell'attività solare dopo molti anni di quiescenza. Tale potente attività potrebbe essere ancora più dannosa, se si ricorda che la magnetosfera è stata in questi ultimi anni deteriorata.

In ogni caso, naturali o "umani" che siano, eventi decisivi sono già in atto ed incombenti, benché molti si ostinino ad asserire che "è tutto normale".

Il giorno in cui Edward Teller illustrò l’operazione “scie chimiche”

Un articolo del 1997 getta una luce inquietante sull'operazione "scie chimiche". L'autore del pezzo, Franco Foresta Martin, a margine del seminario sulle emergenze planetarie tenutosi ad Erice in quell'anno, presenta e critica le "risoluzioni" contro il cosiddetto "effetto serra" proposte dallo spaventoso e scellerato Edward Teller, uno tra i funesti padri della bomba atomica. In verità, mentre il giornalista passa in rassegna i vari sistemi per riflettere nello spazio una frazione della radiazione solare, illustra le principali strategie che i militari attuano con chirurgica costanza almeno dalla metà degli anni 90 del XX secolo. Non viene dunque evidenziato un progetto, ma una criminale attività che l'insano Edward Teller espone di fronte ad un pubblico allibito e contrariato. E' significativo che Foresta Martin deplori i piani di geo-ingegneria spiegati nel corso del simposio, laddove oggi i redattori che scrivono articoli sul medesimo tema inclinano, pur tra qualche simuluta perplessità, ad evocare i presunti vantaggi delle modificazioni climatiche su scala globale, di fronte al nemico giurato, il riscaldamento provocato dal biossido di carbonio. Si legga quindi la cronaca del convegno come l'agghiacciante spaccato delle azioni di avvelenamento che vengono quotidianamente perpetrate nei cieli di quasi tutto il mondo. Sono persino elencati gli ingredienti (ossidi di zolfo, alluminio, metalli elettroconduttivi...) della pietanza tossica che ci viene ogni giorno ammannita.

Uno sconcertante progetto del celebre scienziato Edward Teller per affrontare i problemi dell' effetto serra: sparare in cielo uno scudo antiradiazione

Uno sconcertante progetto del celebre scienziato Edward Teller per affrontare i problemi dell'effetto serra Sparare in cielo uno scudo antiradiazione ERICE

L'ingegneria planetaria, cioè la possibilità, da parte dell'uomo, di modificare a proprio vantaggio i grandi sistemi geologici e geofisici della Terra, è una delle chimere della fantascienza. Al Seminario sulle "Emergenze Planetarie", che si è svolto presso il Centro Ettore Majorana di Erice, questa chimera è diventata un progetto scientifico (sic): "I cambiamenti climatici, provocati dall'uomo o da cause naturali, possono essere scongiurati da meccanismi artificiali di regolazione della radiazione solare". Quali? C'è l'imbarazzo della scelta: prodotti chimici, metalli e cristalli (cristalli di quarzo? n.d.r.), da immettere in stratosfera o in orbita terrestre, sotto forma di minute particelle.

A sottoscrivere queste singolari affermazioni è Edward Teller, uno scienziato di indiscussa genialità (sic), anche se si eè spesso attirato severe critiche per la sua adesione a programmi di ricerca scientifica e tecnologica finalizzati alla produzione di nuove armi. Membro del Manhattan Project che portò alla realizzazione della prima bomba atomica durante la Seconda guerra mondiale, padre della bomba H sperimentata negli anni '50, piu' recentemente fra i maggiori supporters dello scudo stellare, Teller sarebbe dovuto intervenire personalmente al seminario di Erice, come fa puntualmente da diversi anni, per presentare il suo grandioso progetto (sic) di ingegneria planetaria dal titolo esplicito: "Effetto serra e glaciazioni. Prospettive per un meccanismo di regolazione dei cambiamenti globali su basi fisiche".

Gli acciacchi della sua tarda eta' (compirà 90 anni nel gennaio prossimo) glielo hanno impedito: al suo posto ha parlato il suo allievo Lowell Wood, che è il secondo firmatario del progetto. Secondo Teller e Wood i tempi sono maturi per sperimentare una serie di "scatterers", ossia di dispositivi per la diffusione della radiazione solare, che possono essere impiegati per modulare, a piacimento, le temperature medie globali. "Da più parti viene suggerito che, per prevenire il surriscaldamento globale, dovuto alle emissioni di gas serra nell'atmosfera da parte dell'uomo, si debba ricorrere a riduzioni dei consumi energetici concordate su basi internazionali. Tali limitazioni comportano un impatto economico stimato in 100 miliardi di dollari all'anno. Ebbene noi, a costi inferiori alla centesima parte di questa cifra, suggeriamo l'impiego di scatterers che rimandino indietro nello spazio circa l'uno per cento della radiazione solare che oggi arriva sulla Terra: tanto quanto basterebbe per scongiurare il surriscaldamento globale.

D'altra parte quando, come ci si aspetta, arriverà una delle cicliche ere glaciali, un analogo tipo di scatterers potrebbe essere impiegato per impedire l'uscita di quel tre per cento della radiazione termica terrestre necessario per mantenere le nostre temperature medie ottimali ed evitare che il nostro pianeta precipiti nel gelo delle glaciazioni".

Gli scatterers di cui Teller e Wood propongono la rapida sperimentazione sono di diversi tipi e dovrebbero essere collocati in diversi luoghi dentro o fuori il pianeta, al fine di verificarne la funzionalità e l'impatto ambientale. Eccoli in ordine crescente di efficienza nella diffusione della radiazione solare.

1) Spray di ossidi di zolfo (SO2 o SO3) da disperdere in stratosfera, emulando un'emissione simile a quella prodotta dal vulcano filippino Pinatubo;

2) particelle di alluminio allo stato cristallino (Al2O3) da immettere in stratosfera attraverso i getti di missili;

3) minuscole pagliette di metalli a elevata conducibilità da distribuire o in stratosfera oppure in orbita terrestre;

4) palloncini volanti ricoperti di un sottile film metallico, del tutto simili a quelli usati per gioco dai bambini, da liberare dal suolo fino alla stratosfera;

5) particelle submicroscopiche di perfluoroidrocarburi con capacità di diffondere la radiazione solare per risonanza, da collocare in stratosfera.

Assicurano Teller e Wood, che nel caso della collocazione stratosferica, sarebbe possibile variare la quantità degli scatterers anche in funzione della latitudine, in modo da creare una serie di bande parallele all'equatore per arrivare così ad una "regolazione fine" della radiazione solare, a seconda delle esigenze. Quanto alla massa totale del materiale necessario per ottenere gli effetti desiderati, essa varia dai milioni di tonnellate (caso degli scatterers meno efficienti) alle migliaia di tonnellate (scatterers più efficienti). Ciò che ha più colpito la platea di Erice non è tanto l'eccesso di innovazione e di stravaganza del progetto (gli scienziati statunitensi ci hanno abituato a fascinose fughe in avanti), quanto la totale mancanza di sensibilità ambientale che lo contraddistingue. Risolvere l'effetto serra nei termini proposti da Teller significa rimuovere del tutto la questione degli sprechi e dell'inefficienza energetica, a danno totale del pianeta che si afferma di voler salvare.

Foresta Martin Franco

Ringraziamo "Nienteecomesembra" per la preziosa segnalazione.